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Antitrust: mutui variabili sotto accusa.

07 Dicembre 2016

Mutui variabili sotto accusa. Finiti nel mirino dei giudici. E per i piccoli investitori che hanno sottoscritto un mutuo o un prestito, a tasso variabile, prima del 2010 potrebbe aprirsi la possibilità di un risarcimento. In ballo infatti ci sarebbero almeno tre miliardi e, potenzialemente sarebbero coinvolti oltre 2,5 milioni tra famiglie e piccoli investitori italiani.

In corso c’è un’indagine della magistratura, avviata dopo le denunce di Adusbef e Federconsumatori nel luglio 2012, che ipotizza una manipolazione dell’indice Euribor e quindi dell’importo delle rate fatte pagare ai sottoscrittori dei prestiti ipotecari.

L’inchiesta , avviata dai giudici del tribunale di Trani, sarebbe però ora a un punto di svolta. L’accusa che viene mossa ad alcune banche, infatti, prende spunto dal sospetto che abbiano deciso di manipolare il tasso d’interesse di comune accordo, non rispettando quindi le procedure che vedono ogni giorno 43 banche europee comunicare esattamente alle ore 17 il proprio tasso in base alla cui media si calcola l’Euribor. Se questo sospetto si dimostrasse fondato, e provato con una documentazione significherebbe che sono stati effettivamente influenzati i mutui variabili (oltre ai derivati ancorati all’Euribor).

In sostanza i clienti con mutuo variabile parametrato all’Euribor tra il 1 settembre 2005 e il 31 marzo 2009 potrebbero ottenere il rimborso per interessi illegittimi. E’ stata una sentenza del 2013 pronunciata dall’Antitrust europeo da cui emerge una manipolazione dei tassi operata da alcuni gruppi bancari a danno dei mutuatari ed il cui testo, da poco svelato, potrebbe essere utilizzato per chiedere ed ottenere il risarcimento. E le associazioni di consumatori propongono già i primi fac-simile di modello di domanda.

Il testo della sentenza dovrebbe aprire la strada alla possibilità di rimborso per coloro che hanno sottoscritto o che avevano in corso un mutuo o altra tipologia di finanziamento con tasso legato all’Euribor (prestiti, leasing…) nel periodo precedente al 2010. Possono essere risarciti gli interessi entro dieci anni dalla data di fine pagamento del mutuo. Quindi, è fondamentale controllare le date di stipula e di scadenza del contratto.

Tutt’altra storia è invece la clausola del tasso floor, ossia il tetto minimo applicabile all’indicizzazione in caso di Euribor negativo: molte banche non lo hanno inserito nel contratto ma hanno comunque applicato la soglia minima dello 0% invece di calcolarlo in negativo. Questo ha significato un pagamento maggiore, senza alcuna restituzione.

Qualche esempio: l’Euribor a 1 mese è negativo dal marzo 2015, quello a 3 mesi da maggio 2015, quello a 6 mesi da novembre 2015. La stessa Banca d’Italia è intervenuta per intimare alle banche di non neutralizzare l’erosione dello spread dovuto all’Euribor negativo attribuendogli valore pari a zero; di non ricorrere a clausole “floor clause” non pubblicizzate e non incluse nella documentazione di trasparenza e nella modulistica contrattuale; provvedere al rimborso degli interessi erroneamente calcolati.

Se ne desume che la prima cosa da fare è verificare le proprie condizioni contrattuale e, nel caso risultino irregolarità, si contatti la propria banca per ottenere il risarcimento. A costo zero.

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