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12 Settembre 2016
Condominio, croce e delizia della convivenza. Spesso più facile e semplice. Ma molto più frequentemente anche fonte di grattacapi, di litigi e scaramucce fra vicini. Tanto che non raramente il condominio diventa emblema di quella italietta che litiga per tutto e il più delle volte per motivi banali. Finora almeno.
Già, perché qualcosa si sta muovendo, in senso positivo, anche dentro i grandi palazzi e dentro la condivisione dei luoghi e degli spazi comuni. Insomma, non siamo ancora arrivati al portinaio di quartiere come già succede (e da anni) a Parigi, però all’interno dei condomini la condivisione delle risorse è già nell’aria. Dopo le social street, anche il condominio diventa così “social”, almeno stando all’ultima indagine dell’ufficio studi Idealista, “Abitare 2016”, che racconta i nuovi bisogni abitativi degli italiani.
La condivisione di spazi e servizi condominiali piace a un individuo su tre. La tendenza allo sharing è più sentita nelle grandi città (centri con più di un milione di abitanti), dove condividere gli spazi, oltre che un modo per conoscere i propri vicini, è anche una conseguenza della crisi economica che ha attraversato il Paese negli ultimi anni.
«Si assiste a un ritorno all’essenzialità – secondo Vincenzo De Tommaso, responsabile dell’ufficio studi di idealista - dove le famiglie devono far quadrare i conti risparmiando, se possono, sulla tata, sul wifi, sulla palestra, finanche sul cibo attraverso acquisti in gruppo. Lo sharing è sinonimo di risparmio fino a 2.000 euro l’anno per una famiglia di quattro persone, secondo le nostre stime».
Ma di quali spazi in condivisione stiamo parlando e sono indicati fra gli abitanti dei condomini?
La graduatoria degli spazi e servizi comuni vede così trionfare l’orto condominiale (47%), seguito dalla stireria (36%) e dai servizi alla persona come il baby sitting, l’assistenza per gli anziani e le pulizie (31%).
Non si tralasciano, infine, le occasioni o le opportunità ludiche, di gioco e ricreative, come la biblioteca (25,5%) o la sala giochi condominiale (20,8%), fino alla palestra il desiderio ricorrente tra i rispondenti che hanno risposto “altro” rispetto alle alternative proposte dal questionario.
Il condominio social è quindi multi-generazionale, piace alle persone di tutte le età - con una penetrazione che sfiora il 70% tra i giovani (fino a 35 anni) -, e non conosce differenze geografiche (intesa più meno allo stesso modo da Nord a Sud), al contrario il cohousing piace a meno dell’1% del campione di intervistati (3.892 individui), forse perché implica un modello di autogestione più difficile da attuare.
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