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17 Maggio 2016
La provincia di Bergamo in netta controtendenza sul mercato della casa.
Mentre infatti il prezzo medio delle abitazioni in Lombardia, ma anche in quasi tutta Italia ha segnato un calo dell’1,4% durante il mese di aprile che si è appena concluso, a una media di 1.966 euro al mq, la provincia orobica ha invece segnato un importante risveglio delle valutazioni: +1,4% l’incremento dei prezzi a fine aprile. Non solo si è quindi fermata la discesa delle quotazioni di mercato delle case, ma i valori delle abitazioni hanno decisamente invertito il trend e ripreso a salire, ulteriore segnale di un mercato che sta riprendendosi dopo oltre sette anni di fortissima crisi.
Questo almeno si registra in provincia. Già, perché in città, invece, lo stesso mercato immobiliare sta soffrendo ancora. I prezzi non solo non si sono ancora fermati nella loro discesa, ma anche ad aprile hanno fatto segnare un nuovo calo, di un -1% che è ben lontano dal far intravvedere anche solo un rallentamento. Le quotazioni al metro quadro – stando alle ultime medie registrate dalla consueta rilevazione del portale specializzato Idealista.it sono state di 1.400 euro al mq per la provincia e di 2.100 per la città. Valori, per l’usato, che potrebbe sembrare non esattamente in linea con i reali prezzi di mercato, leggermente forse superiori almeno per diverse località. Numeri che fanno segnare a Bergamo la provincia con il recupero più elevato rispetto alle altre province lombarde, ma al tempo stesso con il peggior risultato in città, nessun altro capoluogo ha una perita di valore ancora così significativa. Solo Brescia, di fatto, presenta valori in crescita sulle due dimensioni territoriali: sia in provincia infatti i prezzi crescono (+1% a quota 1.900 euro al mq), sia in città dove i prezzi sono addirittura inferiori rispetto a quanto hanno registrato sul territorio (+0,4% a 1.650 euro al mq).
L’andamento tendenziale, comunque, valutato sui dodici mesi e tornando al livello nazionale resta negativo, con un calo 4,5% punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Un risultato che viene dopo un inizio d’anno movimentato sul fronte delle transazioni, favorite dall’impulso dato dagl’istituti di credito sui mutui e da un mercato dove i prezzi delle case sono divenuti più sostenibili. Tuttavia l’ulteriore calo dei valori immobiliari mostra che la bilancia tra domanda e offerta pende ancora a favore degli acquirenti e i venditori devono ancora contenere le loro pretese per essere competitivi. Del resto l’occupazione e i salari non sono ancora ripartiti, questo mette pressione ai prezzi, come è accaduto nel corso del mese di aprile. Difficilmente si vedranno grossi recuperi nei prossimi trimestri.
Intanto, a dispetto della battuta d’arresto nazionale registrata dai prezzi ad aprile, c’è una prevalenza di capoluoghi in terreno positivo (57) su quelli che chiudono il mese in terreno negativo (49). Nonostante quindi sullo sfondo il quadro resti prevalentemente negativo, la corsa a ribasso dei prezzi va lentamente riassorbendosi a livello dei centri maggiori. A Varese per esempio, si segnala sul valore d’anno un rimbalzo significativo del 3,4%. Milano si ferma un solo + 0,7%. Nella graduatoria dei prezzi, invece, Milano è la seconda città più cara – dopo Venezia, con una quotazione di 4.400 euro al mq) con prezzi che partono da 3.460 euro al mq. Anche Roma (3.386 euro/mq) ritorna sul podio dei prezzi nazionali precedendo Firenze (3.368 euro al mq).
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