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16 Luglio 2015
State pensando di andare a vivere in un condominio? Oppure vi ci siete appena trasferiti?
Allora è giunto il momento di affrontare una questione diventata delicata, sia per motivi reali, sia perché continuando a parlarne se ne è accresciuta l’importanza: le spese condominiali.
Si tratta infatti di un tema che spesso può far sorgere battibecchi tra proprietari e inquilini nel cercare di stabilire chi debba pagare che cosa. In realtà ci sono delle chiare indicazioni da seguire, quindi i dubbi sono facilmente risolvibili e le piccole discussioni si possono eliminare sul nascere.
In linea di massima si era soliti risolvere la questione basandosi sul fatto che le spese ordinarie, ovvero quelle necessarie al mantenimento della casa, spettassero all’inquilino, mentre quelle straordinarie toccassero al padrone di casa.
Nel maggio 2014 però è stato siglato un accordo tra Confedilizia e i sindacati degli inquilini (Sicet, Sunia e Uniat) che chiarisce tutti gli eventuali punti controversi: è stata quindi creata una nuova tabella che prende in considerazione le evoluzioni tecnologiche degli ultimi anni e anche le novità normative, definendo quindi a chi spettano le spese, ad esempio, per il cablaggio dei condomini, per l’installazione di antenne satellitari e per i sistemi di videosorveglianza.
Partiamo quindi dall’inquilino: in maniera sintetica si può dire che il locatario deve sostenere le spese delle manutenzioni ordinarie e delle piccole riparazioni, quelle legate al consumo di energia e alle relative letture, alle ispezioni e ai collaudi degli impianti, infine quelle necessarie per la ricarica degli estintori.
Nello specifico quindi, dal momento che si tocca l’ambito degli impianti, sono di competenza dell’inquilino le spese per l’ascensore, gli impianti di illuminazione, il videocitofono, la ricezione televisiva, la videosorveglianza, i flussi informativi (da satellite o via cavo) e l’autoclave.
A questo punto quindi cosa resta invece di competenza del padrone dell’immobile? Il proprietario deve provvedere a sostenere le spese straordinarie, tra le quali ad esempio rientrano l’installazione di nuovi impianti o il loro eventuale rifacimento, quelle necessarie per gli adeguamenti richiesti dalla legge e quelle per l’acquisto degli estintori per gli impianti antincendio.
Due punti poi spesso possono essere causa di piccole discussioni, ovvero il portierato e la pulizia degli spazi comuni, ma anche in questo caso l’accordo stabilisce chiaramente come gestire queste spese.
Per quanto riguarda il portierato le spese spettano al 90% all’inquilino e al 10% al proprietario: nello specifico inoltre le spese necessarie per l’acquisto del materiale di pulizia sono tutte a carico dell’inquilino, mentre quelle per la manutenzione straordinaria della guardiola sono a carico del proprietario.
Anche per quanto riguarda la pulizia vi è una netta suddivisione e ciò che spetta al locatore è chiaramente definito: si tratta delle pratiche per l’assunzione e il conferimento dell’appalto a un’impresa, dell’acquisto e della sostituzione di macchinari per la pulizia, bidoni e contenitori.
Tranne questi punti, tutto il resto è di competenza del locatario: quindi a partire dagli stipendi per l’impresa di pulizia, fino all’eventuale necessità di una derattizzazione o dello sgombero della neve, tutto questo spetta all’inquilino. Infine merita un chiarimento anche il capitolo tasse: il proprietario dell’immobile deve pagare l’Imu e la tassa del passo carrabile, mentre l’inquilino deve provvedere a pagare quella dei rifiuti e, nel caso di lavori condominiali, quella di occupazione del suolo pubblico.
Le indicazioni quindi per evitare discussioni ci sono tutte ed è facile attribuire le singole spese al proprietario o all’inquilino: basta documentarsi e ogni dubbio avrà una risposta.
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